Tu sei qui: CronacaTentato omicidio e metodo mafioso: due arresti nel Salernitano
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), martedì 15 aprile 2025 17:36:24
Nel pomeriggio del 14 aprile 2025, a Pontecagnano Faiano, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno, con il supporto della Compagnia di Battipaglia, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura.
I destinatari del provvedimento sono due fratelli del territorio, gravemente indiziati di tentato omicidio aggravato, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata e, per uno dei due, anche tentata estorsione. Tutti i reati risultano aggravati dal metodo mafioso, con riferimento all'art. 416 bis.1 del codice penale.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'agguato risalirebbe al 18 settembre 2022 e sarebbe maturato all'interno di un contesto estorsivo. Qualche settimana prima, uno dei due fratelli avrebbe infatti aggredito e minacciato un dipendente di una discoteca di Pontecagnano Faiano, pretendendo sconti sulle consumazioni. A fronte del rifiuto, sarebbero partite minacce e intimidazioni che si sarebbero concretizzate con l'agguato armato.
Quella notte, i due soggetti - a volto coperto e armati - avrebbero atteso la vittima lungo la litoranea tra Pontecagnano e Salerno. Dopo averla costretta a fermare l'auto, avrebbero tentato di aprire le portiere e infrangere i finestrini con il calcio delle pistole. Non riuscendo nell'intento, si sarebbero lanciati all'inseguimento della vettura in fuga, esplodendo numerosi colpi d'arma da fuoco sulla pubblica via. Solo per puro caso la vittima non fu colpita, nonostante i proiettili abbiano raggiunto sedili e lunotto posteriore.
Le indagini, condotte con l'ausilio di telecamere di videosorveglianza e tracciamenti GPS, hanno permesso di accertare la presenza degli indagati nei luoghi del delitto. Incrociando questi dati con quelli telefonici e telematici, è stato possibile ricostruire i movimenti dei soggetti prima, durante e dopo l'azione criminale.
Una consulenza balistica ha inoltre confermato l'uso di due armi distinte, rafforzando la tesi della piena partecipazione di entrambi all'agguato.
Dalla ricostruzione effettuata nella misura cautelare emerge anche un contesto di vicinanza a gruppi criminali organizzati già noti alle forze dell'ordine, attivi nella zona di Salerno e coinvolti in episodi di violenza e intimidazione fin dal 2006. La dinamica dell'agguato, il linguaggio utilizzato e l'intento punitivo sono stati ritenuti idonei a evocare quella forza intimidatrice tipica delle organizzazioni mafiose, motivo per cui è stata riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso.
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