Tu sei qui: Economia e Turismo«In Campania si potrà fondare un’impresa in un mese», De Luca parla di sburocratizzazione all'assemblea di Confindustria Salerno
Inserito da (Maria Abate), giovedì 1 ottobre 2020 09:48:29
Ieri, 30 settembre, all'assemblea privata degli industriali di Confindustria Salerno svoltasi al Mediterranea Hotel, ha preso parte anche il Governatore Vincenzo De Luca, il cui intervento si è incentrato sul corretto utilizzo delle risorse del Recovery fund, e della sburocratizzazione, per consentire un aiuto più immediato alle imprese.
«Noi abbiamo nelle mani un'opportunità straordinaria per dare un impulso al mondo delle imprese, al mondo delle industrie, alla nostra agricoltura, ai servizi. Vorrei che guardaste per i prossimi cinque anni alla Regione Campania come a uno strumento di azione nelle mani degli imprenditori», ha detto in premessa, per poi introdurre i problemi risolti nei cinque anni di governo della Regione Campania.
«La prima questione con cui abbiamo dovuto fare i conti era l'equilibrio di bilancio. Soltanto nel 2019 abbiamo avuto l'approvazione: è un miracolo che ci consente di parlare a testa alta anche con qualche nostro amico del Nord. Prima, tutte le operazioni di rinnovo dell'apparato regionale erano bloccate puntualmente dalla Corte dei Conti», ha affermato.
E poi: «Abbiamo raggiunto livelli di efficienza davvero straordinari: siamo riusciti ad approvare e mettere in piedi la piattaforma informatica unica della Regione Campania, Sinfonia, dove far confluire tutti i dati in tutti i settori dell'Amministrazione Regionale».
«Non abbiamo potuto fare una cosa - ha proseguito - nella misura in cui io avrei voluto e cioè un'operazione radicale di sburocratizzazione. Il 2020 è stato dedicato all'emergenza Covid. Soltanto a luglio scorso siamo riusciti ad approvare in Giunta la semplificazione delle procedure del Genio civile, eliminando il 70% delle pratiche e informatizzando tutto».
Ed ha annunciato con fierezza un obiettivo quasi realizzato: «Abbiamo fatto fatica a correre, ma oggi dobbiamo correre, oggi ci sono le condizioni. E voi potete utilizzare gli strumenti regionali, come il sistema di autorizzazioni che consente di dare vita ad un'impresa nell'arco di un mese».
L'assistenzialismo di cui molti politici hanno accusato il Presidente De Luca è servito, ha spiegato: «In questa campagna elettorale ho avuto modo di girare in tante realtà produttive della Regione: noi abbiamo avuto la tenuta di settori economici decisivi per la Regione, abbiamo avuto colpi pesanti per il turismo, ma complessivamente non abbiamo avuto disastri. Ci siamo dissanguati ma abbiamo dato il massimo che potevamo fare con le nostre risorse: abbiamo investito un miliardo e un milione di euro. In questa misura non l'ha fatto nessuna regione italiana».
Salvato, dunque, il settore economico che rischiava il collasso, ha dichiarato il Governatore, «dobbiamo pensare al futuro. Dobbiamo verificare quello che succede dopo la scadenza delle casse integrazioni, quante aziende avranno la resistenza di rimanere sul mercato e di rilanciarsi e dovremo pensare a come aiutare questo settore. Per questo, il comparto dell'aiuto alle imprese nel sistema bancario dev'essere uno strumento importante, al servizio del settore. Tra Sviluppo Campania e Soresa noi potremmo dare vita a una struttura regionale finanziaria per il credito alle imprese senza dover fare capo a Roma. Questo strumento di agevolazione è una priorità per noi. Servirà anche a snellire i passaggi burocratici e amministrativi. Documentazione, rilascio di pareri e permessi richiesti: taglieremo tutto».
Capitolo impegnativo quello della ripartizione dei fondi europei, che De Luca ha definito «una guerra tra Regioni», per poi aggiungere: «ma noi siamo abbastanza scafati per conoscere i nostri interlocutori!» e fare un esempio: «Quanto alla sanità, ci devono restituire 300 milioni di euro l'anno, altrimenti non approveremo nessun accordo Stato-Regione».
Il Recovery Fund, ha ribadito il Presidente, dev'essere uno strumento per ridurre il divario Nord-Sud e non per accentuarlo: «Alla Conferenza delle regioni della settimana scorsa, quando abbiamo proposto di fissare una cifra ben precisa per la spartizione delle risorse europee, ossia il 35% per il Sud, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno alzato le barriere. Quello che vorrei dire è che questa percentuale non è un regalo, è il minimo sindacale perché corrisponde alla popolazione meridionale. Per me il punto di partenza sarebbe il 50%, se veramente dobbiamo risolvere il divario, come scritto sulla Costituzione».
«Per la data in cui diventerà operativo, a fine estate 2021, noi dobbiamo essere in grado non solo di prendere quelle risorse, ma anche di utilizzarle: al momento non abbiamo una dotazione di progetti esecutivi adeguata.Ci vogliono interventi strutturali: la grande logistica, le infrastrutture aeroportuali e portuali, la catena del freddo nella Piana del Sele per dare autonomia ai produttori agricoli, ricerca scientifica, digitalizzazione della pubblica amministrazione, assetto idrogeologico, completamento delle reti metropolitane... Tutte cose di rilievo che ci permettono non solo di poter competere con il Nord, ma anche di stare nel mercato mondiale con forza».
«Noi abbiamo pensato di destinare un centinaio di milioni di euro alle progettazioni, così da poter usare al meglio le risorse. Noi avremo anche uno scadenzario rigido dall'Unione Europea: i soldi li perdiamo se non siamo in grado di presentare gli stadi di avanzamento delle opere, non ci aspettano. Quindi dobbiamo stare attenti», ha spiegato, per poi dichiararsi «fiducioso».
E ha chiosato: «Nel frattempo, mi auguro che il governo centrale si decida a utilizzare i fondi del Mes, per finanziare tutte le operazioni della sanità e la ricerca scientifica. Non utilizzarli è demenziale: i tassi d'interesse sono davvero esigui».
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