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Tu sei qui: Salute e Benessere«Il virus al Sud ha perso la sua aggressività», l’intervista di Repubblica al medico salernitano Bacco

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Salute e Benessere

Coronavirus, indebolimento, intervista, estate

«Il virus al Sud ha perso la sua aggressività», l’intervista di Repubblica al medico salernitano Bacco

Quanto alle previsioni per quest’estate, ha detto: «Il virus che circola in questo momento al sud e, credo tra un po' al nord, ha una capacità aggressiva minore. Ma la presenza di soggetti a rischio ci impone di essere accorti nei loro confronti. Con le distanze, con poche ma sicure tutele, fino a settembre dovremmo riprendere la nostra vita».

Inserito da (Maria Abate), martedì 19 maggio 2020 12:02:45

«Questo virus non solo muta, ma grazie a queste evoluzioni sta acquisendo capacità di diffondersi in modalità diverse. Il virus che circola in questo momento al sud, e credo tra un po' al nord, ha una capacità aggressiva minore».

Lo ha detto in un'intervista a Repubblica il medico legale salernitano Pasquale Mario Bacco, che, con 13 colleghi, per la società italo-americana Meleam, ha firmato una indagine lodata dal professor Giulio Tarro (clicca qui per leggere).

«Oggi - spiega - il covid-19 è meno aggressivo per il caldo estivo ed è meno pericoloso lì dove scarseggiano polveri sottili. Ma in autunno dovremo spendere tutta l'esperienza dolorosamente maturata in Italia: sulle terapie in ospedale, e sulla profilassi in casa».

«Stiamo collaborando con la Federico II di Napoli e con l'Ateneo di Milano. Già da ore vediamo delle mutazioni genomiche che rappresentano probabilmente tentativi del virus di modificarsi per sopravvivere. È un percorso interessante, ma sarebbe prematuro parlarne», afferma.

Dalle autopsie, rivela, sono venuti fuori «due elementi costanti: lesioni importanti dei tessuti, per processi infiammatori non omogenei; e la formazione di trombi, più o meno gravi. Ed è quest'ultimo fenomeno che, spesso, determina la morte. Chiariamo: non sono lesioni causate direttamente dal virus, ma reazioni immunitarie sproporzionate dell'organismo di fronte al virus».

Al dottor Corcione, guarito al Cotugno, che aveva esclamato: «Per me è un canaglia-virus, una piovra che attacca il paziente in ogni modo», Bacco risponde: «Questo virus non è il più aggressivo mai visto: è il più fulmineo nel contagio. Convivendo con il Sars-Cov2 in laboratorio, abbiamo constatato che paradossalmente è debole: molto, se lo si confronta con quello che della sua famiglia, il Sars-Cov. Purtroppo, come sempre, ha pesato il fatto che non si conoscesse il nemico. La mortalità reale dell'infezione Covid 19 è molto meno alta. Se potessimo affrontare oggi i pazienti, con le informazioni di ora, eviteremmo la metà dei decessi».

Infatti, «inizialmente si valutavano dannosi gli antinfiammatori, che poi invece si sono rivelati fondamentali e non useremmo in maniera indiscriminata la ventilazione profonda che è stata, a volte, dannosa. Soprattutto, sappiamo che bisogna ospedalizzare prima che si verifichi la fame d'aria», ha spiegato.

Per quanto riguarda la minore aggressività del virus al Sud Italia, ha chiarito: «Tutta la "famiglia" dei coronavirus è molto influenzata dal clima e dall'umidità. Noi, in laboratorio, alzando di soli due gradi la temperatura della coltura abbiamo verificato la morte del 52% dei ceppi e la loro conseguente minore "mobilità". Il Sars-Cov2 che si è espresso nel nord Italia è completamente diverso dalla "forma" che ha agito nel sud Italia. La sua patogenicità crolla rispetto alle temperature invece ad esso ideali. Il risultato dell'infezione è sempre la somma di due elementi: la forza del virus e lo stato del soggetto ospitante. In Paesi caldi come il Brasile, dove tuttora assistiamo a un record di contagi, giocano un ruolo le condizioni igieniche non eccelse e la malnutrizione».

Quanto alle previsioni per quest'estate, ha detto: «Il virus che circola in questo momento al sud e, credo tra un po' al nord, ha una capacità aggressiva minore. Ma la presenza di soggetti a rischio ci impone di essere accorti nei loro confronti. Con le distanze, con poche ma sicure tutele, fino a settembre dovremmo riprendere la nostra vita».

Mentre, in autunno, «le esperienze passate fanno propendere per il mantenimento pressapoco della stessa patogenicità. Ciò che sicuramente cambia è che noi siamo più attrezzati».

Un esempio è l'idrossiclorochina, che «sta dimostrando una efficacia significativa come profilassi, meno come terapia. Questo farmaco, in maniera indiretta, si lega agli stessi recettori del Sars-Cov2 sull'emoglobina, inibendo in maniera drastica l'azione del virus. Ad ottobre, potrebbe essere determinante per soggetti deboli. Ma, voglio essere chiaro, dovrà essere assunta sempre dopo un consulto medico».

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