Tu sei qui: Salute e BenessereMalformazioni uterine, Polichetti ("Ruggi"): «È importante farsi visitare dal ginecologo per scoprirle prima ed evitare aborti»
Inserito da (Maria Abate), martedì 6 aprile 2021 11:14:43
Il reparto Gravidanze a Rischio dell'Ospedale "Ruggi d'Aragona" di Salerno ha fatto nascere vite anche in situazioni di estrema urgenza, configurandosi - grazie all'impegno dell'équipe diretta dal dottor Mario Polichetti - come una vera eccellenza in ambito sanitario in tutta la Campania.
Proprio Polichetti ci ha parlato delle malformazioni uterine, che possono influenzare notevolmente la fertilità di una donna e causare aborti. In alcuni casi, queste malformazioni non presentano sintomi, per cui se alcune donne ricevono la diagnosi nel corso dei controlli ginecologici di routine, altre diventano madri senza sapere di avere una malformazione uterina. Per questo conoscere equivale a prevenire.
Durante lo sviluppo del feto l'utero si forma a partire da due piccole formazioni tubulari, chiamate dotti di Müller, che alla fine dell'organogenesi, si uniscono a formare un unico organo più grande: l'utero. Tuttavia, questi tubi a volte non si uniscono al centro del bacino o lo fanno in modo irregolare, ed è in questo caso che si parla di malformazioni uterine. Le più frequenti sono:
Utero unicorne: quando si forma soltanto un lato dei dotti di Müller.
Utero doppio: i dotti si sviluppano ma non si fondono; di conseguenza la paziente può presentare anche due vagine se la malformazione è completa.
Utero bicorne: la parte superiore dell'utero risulta biforcata ed il corpo è unico.
Utero setto: è la malformazione uterina più comune, in cui l'utero risulta parzialmente o totalmente diviso da una parete muscolare posta in posizione mediana quale sito della non completa fusione delle due unità tubulari mulleriane.
Ipoplasia mülleriana: nota anche con il nome di sindrome da agenesia, è l'assenza dell'utero a causa della mancata formazione dei dotti di Müller.
Tra i fattori principali di malformazioni uterine ci sono le cause genetiche o i fattori ambientali prenatali, in particolare l'esposizione della madre alle radiazioni, l'infezione intrauterina durante la gravidanza o il contatto con sostanze tossiche. Le conseguenze sulla fertilità dipenderanno dal tipo di malformazione di ciascuna donna.
In alcuni casi i sintomi più frequenti delle malformazioni uterine sono:
Attualmente ci sono diverse tecniche di osservazione dell'utero che consentono di rilevarne le anomalie, come l'ecografia, l'isteroscopia, l'isterosonografia, la risonanza magnetica o anche la laparoscopia.
Una malformazione uterina che non causa sintomi di solito non richiede trattamento; tuttavia, è possibile effettuare un intervento chirurgico sulle malformazioni al fine di ridurre eventuali occlusioni nell'utero, rimuovere un canale vaginale o congiungere due cavità uterine in una sola. C'è da dire che, ormai, le tecniche chirurgiche correttive a cielo aperto sono considerate desuete e, laddove è veramente utile per la paziente, si preferisce ricorrere a tecniche mini invasive, isteroscopiche e laparoscopiche o combinate.
Ci tengo ancora a ricordare che non è necessaria la chirurgia correttiva a tutti i costi ed in molti casi è addirittura preferibile non fare nulla.
Molte donne affette da malformazioni uterine preferiscono invece ricorrere a tecniche di riproduzione assistita allo scopo di migliorare la propria fertilità ed essere in grado di avere figli. La tecnica più comune in questi casi è la fecondazione in vitro (FIV).
Il ginecologo di solito rileva queste anomalie nei controlli periodici che devono essere effettuati a partire dalle prime mestruazioni. Molte volte, tali malformazioni vengono rilevate nel corso dei controlli di gravidanze a rischio, complicate da minaccia d'aborto o minaccia di parto prematuro e, chiaramente, in questi casi, non essendo possibile alcuna correzione chirurgica, si cerca di gestire in maniera ottimale le complicanze secondarie legate alla gravidanza e rinviare l'intervento al di fuori dello stato di gravidanza.
Mario Polichetti
Direttore Unità Operativa Gravidanza a Rischio
Azienda Universitaria di Salerno
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