Tu sei qui: Salute e BenessereNotte insonne in Costiera Amalfitana, in apprensione per il presunto caso di coronavirus
Inserito da (admin), domenica 23 febbraio 2020 08:42:10
Mentre si attende il risultato dei test effettuati sul presunto caso di coronavirus in Costiera Amalfitana (leggi qui l'articolo) facciamo chiarezza su questo episodio.
Il ritardo del tampone è dovuto sostanzialmente al caos scatenatosi a Napoli, letteralmente preso d'assalto l'ospedale preposto alla verifica dei casi sospetti. Un panico generalizzato che ha congestionato il normale lavoro dei sanitari del nosocomio napoletano. (leggi qui l'articolo)
Non insiste al momento alcuna preoccupazione sulle condizioni di salute dell'uomo, originario di Scala, che ieri si è recato presso il pronto soccorso di Castiglione e dove ancora adesso è isolato insieme ai medici e agli infermieri che erano di turno.
Condividiamo un preciso post, pubblicato da Claudio Floreani sul gruppo Facebook "Chi ha paura del buio?" un lavoro di e raccolta fonti encomiabile che pubblichiamo integralmente:
Il virus responsabile dell'ultima epidemia il cui focolaio è stato identificato a Wuhan nel Dicembre 2019 è stato denominato provvisoriamente "2019-nCoV", ed è stato poi classificato con il nome di "SARS-CoV-2" dall'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV).
Come tutte le malattie respiratorie, l'infezione *può* dare solo lievi sintomi come naso che cola, mal di gola, tosse o febbre, questo sembra l'esito più comune (81% dei casi secondo il più esteso rapporto stilato finora, dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie della Cina (CCDC)) *In alcuni casi* può coinvolgere vie respiratorie più profonde e degenerare in polmonite.
*Tutte le polmoniti sono gravi*, ma mentre per la maggior parte di quelle che conosciamo da tempo abbiamo cure adeguate, per questa ancora non si conosce la cura più efficace. Al momento la malattia sembra essere *molto contagiosa*, ma non al punto da essere considerata una pandemia, e per questo anche le persone asintomatiche possono trasmetterla, e le categorie più a rischio sono le persone che lavorano a stretto contatto con animali o trattano prodotti crudi di origine animale, e tutto il personale medico-sanitario.
Sembra che la gravità dei sintomi cresca con l'età, sia minima nei neonati e nei bambini e aumenti soprattutto dopo i 40 anni.Qual'è la mortalità del SARS-CoV-2? Anzitutto occorre fare chiarezza su cosa si intende per "mortalità": la *mortalità (%)* è data dal rapporto tra morti a causa del patogeno e il totale della popolazione (globale o di un'area in esame). Quando si considera il rapporto tra i decessi e il numero di infetti, si parla invece di *letalità (%)*. Entrambi i numeri sono dati da due semplici divisioni e sono solitamente espressi in percentuale, ma il loro calcolo è tutt'altro che semplice.
Anzitutto perché non è chiaro quale sia il tempo massimo tra il contagio e la guarigione (o il decesso), anche se per malattie simili è mediamente di 1-2 settimane, o perché spesso la morte interviene per una concomitanza di fattori e spesso non è chiaro quale sia il principale responsabile. Ad esempio ancora non si sa come conteggiare il recente decesso di un'anziana affetta da Coronavirus ma probabilmente morta di infarto. Nel caso dei Coronavirus (ma anche dell'Ebola) è possibile comunque affermare con relativa tranquillità che la *mortalità* globale è dello 0,000%, ben più grave è invece la mortalità di altre malattie come la malaria (3%) o tubercolosi (circa 0,13%). La mortalità è comunque strettamente collegata alla letalità il cui calcolo è ancora più difficile, perché spesso una stima accurata del numero di contagi può essere fatto solo quando la malattia è stata debellata o ha la sua diffusione non è più in aumento.
Non ha senso parlare di letalità quando la maggior parte delle persone contagiate è ancora ammalata.Nel caso del SARS-CoV-2 la *letalità* è stata stimata attorno al 2,5% facendo un'immediata divisione tra numero totale di pazienti deceduti in seguito a ricovero per Coronavirus e il numero cumulativo di contagi accertati.La percentuale di letalità potrebbe essere profondamente sbagliato, perché il numero di contagi è stato inizialmente taciuto e poi sottostimato, ma soprattutto perché se la malattia fosse nella maggior parte dei casi asintomatica e guarisse spontaneamente, la letalità potrebbe essere minima. Inoltre le persone guarite spontaneamente potrebbero essere contagiose fino ad quattro settimane dal contagio. Ma soprattutto perché è molto difficile conteggiare i pazienti asintomatici guariti spontaneamente. Il *tampone* in uso per identificare il virus viene eseguito solo sui pazienti a forte rischio 2019-COVID, che sono probabilmente molti meno dei contagiati, e non funziona se siete guariti (e quindi avete gli anticorpi per il virus, ma non il virus). Rilevare gli anticorpi su pazienti sani è molto difficile, soprattutto per un nuovo virus, e viene fatto solo in casi sporadici.Il fatto che non siano stati individuati i responsabili del contagio dell'anziano deceduto a Monselice e del paziente diagnosticato a Codogno potrebbe essere preoccupante (sopratutto dal punto di contenimento dell'epidemia) ma sarebbe rassicurante dal punto di vista della letalità.È anche importante chiare che una percentuale del 2,5% di *letalità non è la probabilità di morire* se si contrae il virus. Le cure adeguate e la predisposizione individuale (legata all'età, alle proprie condizioni di salute, ecc) e numerosi altri fattori possono portare questo valore vicino allo zero o ben al di sopra del 2,5%.Come per tutti le malattie da raffreddore, il virus non se ne va a spasso nell'aria, ma può essere trasportato per qualche metro da "*droplets* (Flügge Droplet)": goccioline respiratorie generate da tosse, starnuti o contatto con mucose, come occhi, naso o bocca. La trasmissione può anche avvenire indirettamente toccando superfici contaminate e toccando successivamente le mucose.I virus normalmente sopravvivono poco all'esterno degli organismi ospite, quindi la carica batterica sulle superfici diminuisce rapidamente, a meno che non trovi un ambiente particolarmente favorevole (temperatura prossima a 4ºC, corrette condizioni di luce e umidità).
Se avete sintomi da raffreddore in rapido peggioramento, o siete stati a contatto con persone risultate positive al SARS-CoV-2, NON ANDATE IN PRONTO SOCCORSO. Invece state lontani da altri e chiamate il numero 112 che valuterà ogni singola situazione e l'eventuale necessità di un ricovero o di eseguire un tampone a domicilio.Per informazioni generali invece non chiamate il 112 ma il numero 1500 di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute.
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