Tu sei qui: CronacaSmantellata organizzazione che favoriva l’immigrazione irregolare: due arresti tra i pubblici ufficiali
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 17 aprile 2025 17:25:42
Una vasta indagine condotta dalla Procura Distrettuale di Salerno ha fatto luce su un'organizzazione criminale capace di generare un giro d'affari illecito da milioni di euro, facilitando l'ingresso e la permanenza irregolare in Italia di migliaia di cittadini stranieri. Al centro dell'inchiesta, la presentazione fraudolenta di oltre 2.000 richieste di nullaosta al lavoro e titoli di soggiorno, accompagnate da versamenti di denaro e da una rete capillare di professionisti compiacenti e intermediari, sia pubblici che privati.
Il meccanismo criminale prevedeva la partecipazione di soggetti stranieri che fungevano da intermediari per connazionali, datori di lavoro che attestavano falsamente il possesso dei requisiti richiesti, e faccendieri incaricati della produzione di documenti fittizi. In occasione dei cosiddetti click day, venivano inoltrate telematicamente richieste per l'ingresso di lavoratori stranieri, spesso già concordate e pagate in anticipo. Fondamentale, secondo gli inquirenti, il coinvolgimento di alcuni dipendenti degli Ispettorati del Lavoro, che avrebbero garantito il buon esito delle pratiche in cambio di denaro.
Nel corso dell'operazione, i Carabinieri per la Tutela del Lavoro hanno eseguito due arresti domiciliari nei confronti di funzionari pubblici indagati per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, favoreggiamento aggravato dell'immigrazione irregolare e corruzione. Gli indagati erano in servizio presso sportelli dedicati all'immigrazione, dove, secondo l'accusa, avrebbero favorito il rilascio di documenti falsi e la buona riuscita delle pratiche irregolari.
Il provvedimento si inserisce in un'indagine più ampia che, lo scorso febbraio, aveva portato all'arresto di 36 persone per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione e falso in atto pubblico. Dopo un primo rigetto dell'istanza cautelare nei confronti di alcuni pubblici ufficiali, la Procura ha presentato appello, ottenendo infine la misura degli arresti domiciliari.
Le attività investigative hanno inoltre rivelato come una parte dei proventi illeciti venisse riciclata attraverso false fatture, completando un quadro complesso e allarmante di complicità e corruzione ai danni dello Stato.
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