Tu sei qui: Storia e StorieGaetano Sammartino: “Il terremoto del 1980 ha cambiato il tessuto sociale, ma poco è stato fatto per la sicurezza”
Inserito da (Admin), sabato 23 novembre 2024 16:23:30
Erano le 19:35 del 23 novembre 1980 quando una scossa di magnitudo 6,9 devastò l'Irpinia e parte della Campania, causando 2.914 morti, oltre 8.000 feriti e lasciando 280.000 persone senza casa. A distanza di 44 anni, il geologo piemontese Gaetano Sammartino, presidente della sezione Campania della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA), riflette sull'eredità di quel tragico evento.
"Il terremoto ha cambiato per sempre il tessuto sociale e ha evidenziato la fragilità del patrimonio edilizio italiano dell'epoca", ha dichiarato Sammartino. "Non avevamo ancora una Protezione Civile strutturata; la sua costituzione è stata diretta conseguenza di quel disastro".
Nonostante i progressi normativi, come l'introduzione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC-2018) e le successive evoluzioni, il geologo sottolinea che la cultura del rischio rimane lontana. "Oggi la popolazione non richiede quasi mai sicurezza abitativa, anche nelle aree a elevato rischio sismico", ha aggiunto.
Sammartino ha posto domande cruciali: "Sappiamo se gli edifici strategici, come ospedali e scuole, sono davvero sicuri? E che dire dei nostri centri storici, patrimonio inestimabile ma estremamente vulnerabile?".
Il geologo ha ripercorso i progressi legislativi che si sono succeduti dal terremoto dell'Irpinia. La svolta normativa più significativa è arrivata dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002, che costò la vita a 27 bambini e una maestra. Tuttavia, Sammartino denuncia un'applicazione ancora lacunosa delle norme e un patrimonio edilizio inadeguato.
"Gran parte del costruito in Italia è antecedente alle attuali norme tecniche, sia nell'edilizia pubblica che privata. La microzonazione sismica, uno strumento fondamentale per valutare la sicurezza del territorio, è ancora poco diffusa nei comuni italiani", ha spiegato Sammartino.
Per il presidente della SIGEA Campania, la chiave è investire nella prevenzione e nella riduzione della vulnerabilità sismica: "Non basta costruire nuovi edifici antisismici, dobbiamo adeguare il patrimonio esistente per raggiungere i livelli di sicurezza previsti dalle norme attuali".
Il rischio non è solo sismico, conclude Sammartino, ma anche idrogeologico, aggravato dalle modificazioni estreme del territorio operate dall'uomo. "È tempo di affrontare con decisione queste sfide per proteggere il nostro Paese e le generazioni future".
Il terremoto dell'Irpinia del 1980 rimane una ferita aperta nella memoria collettiva, ma anche un monito su quanto ancora resta da fare per garantire la sicurezza e la resilienza del territorio italiano
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