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Cronaca

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«Laura Ziliani uccisa per il suo patrimonio», arrestate due figlie e il genero

Quella che sembrava una morte per un incidente in montagna, si è rivelata tutt’altro. Ieri sono state arrestate dai carabinieri di Brescia due delle tre figlie della donna e il fidanzato della maggiore

Inserito da (Maria Abate), sabato 25 settembre 2021 13:02:26

L'otto maggio scorso Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, era svanita nel nulla. Poi, il suo cadavere è stato trovato tra la vegetazione nel paese dell'Alta Valcamonica l'otto agosto. Aveva 55 anni ed era vedova.

Quella che sembrava una morte per un incidente in montagna, si è rivelata tutt'altro. Ieri sono state arrestate dai carabinieri di Brescia due delle tre figlie della donna, Silvia e Paola Zani (la prima di 27 anni, la seconda di 19), e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani.

Nelle 38 pagine degli atti emergerebbe una chiara volontà omicida degli arrestati: «Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione che ha permesso ai tre indagati di organizzare un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico».

Laura fu prima narcotizzata con un potente sonnifero e poi uccisa. Nel corpo sono state trovate tracce di benzodiazepine.

Secondo gli inquirenti, il movente è di natura economica: «I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici».

Ma Laura aveva anche un'altra figlia, Lucia, la sola a non venire nemmeno sfiorata dall'inchiesta sulla tragica morte della loro madre e affetta da un lieve ritardo cognitivo.

Al pubblico ministero, che l'ha sentita lo scorso 6 luglio, aveva detto di non fidarsi delle sorelle: «Hanno trattato molto male la mamma, soprattutto Silvia. Si arrabbiavano spesso con lei, perché dicevano che non le manteneva, non dava loro abbastanza soldi, soprattutto Paola... Le mantiene la mamma, anche perché Silvia è stata licenziata ben tre volte».

«Ho sempre avuto l'impressione che tutti e tre fossero troppo attaccati al denaro — ha detto la madre della vittima, Marisa Cinelli, nonna delle ragazze —. Mirto gestisce gli averi della famiglia Zani-Ziliani come fossero i suoi... Lui e sua madre si occupano degli appartamenti di mia figlia, al punto che lei dopo la scomparsa avrebbe contattato qualche affittuaria intimandole di saldare i debiti e di consegnarle la somma di denaro».

«Un'amica di Laura mi ha detto che a Pasqua le aveva confidato di avere paura delle figlie», rivela il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina, che ricorda la stranezza di quella famiglia: «Le ragazze uscivano poco, non avevano molte amicizie, direi caratterialmente un po' chiuse. Solo la mezzana è simpatica e aperta».

Il fidanzato della prima aveva una relazione anche con la sorella minore. Su di lui si è espresso il parroco del paese, don Martino: «È molto particolare, non vorrei che le avesse plagiate».

Anche il compagno di Laura, Riccardo Lorenzi, aveva commentato con perplessità il ritrovamento di un paio di jeans nella boscaglia: oltre a non riconoscere il pantalone rinvenuto, aveva segnalato di non aver mai visto la compagna fare una escursione in montagna indossando dei jeans.

«Nel corso di una conversazione registrata il 7.07.2021 tra Zani Paola ed un'amica, la prima, interrogata dalla conoscente circa quello che sarebbe potuto uscire dai computer sequestrati presso la loro abitazione, si mostrava preoccupata in quanto su un canale di "crime" Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture, asserendo che anche la sorella Silvia e lei stessa risultavano iscritte ad un canale di Youtube denominato "truecrime", a dire della stessa indagata avente contenuto "informativo"». Si legge negli atti.

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