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Cronaca

Come vengono prodotti i pallet in plastica? I metodi principali e i loro vantaggi

Inserito da (Admin), mercoledì 13 gennaio 2021 18:55:09

I pallet in plastica conquistano fette di mercato sempre più importanti nell'ambito del settore logistico, configurandosi come un valido sostituto delle alternative in metallo e legno.

I costi contenuti e la versatilità sono i fattori chiave che determinano il successo di questa categoria di bancali. In più, a dispetto del legno, la plastica non pone problemi di infestazioni di insetti, di formazione di muffe e di assorbimento di umidità [qui per tutte le caratteristiche dei pallet in plastica].

La conversione dal legno alla plastica è infine legata anche alla ricca varietà di metodi di produzione dei pallet resi possibili dai nuovi materiali.

Come avviene esattamente la produzione di un pallet in materiale plastico?

Le metodologie principali sono 6.

Stampaggio ad iniezione ad alta pressione

I pallet prodotti attraverso lo stampaggio ad iniezione ad alta pressione impiegano come materia prima o il polipropilene copolimero (PPCO) oppure il polietilene ad alta densità (HDPE).

Il processo prevede la fusione del materiale plastico e dei coloranti all'interno di un apposito barile riscaldato e ruotante, al cui interno vengono raggiunte temperature dell'ordine dei 250°C.

La plastica fuso viene quindi iniettata all'interno di uno stampo, serrato applicando una forte pressione. Una volta raffreddato, il pallet è quindi rimosso dallo stampo e avviato alle successive fasi di rifinitura.

Questo processo è rapido e funzionale e pone comunque unico svantaggio il notevole dispendio energetico necessario per la fusione delle materie prime.

Stampaggio in schiuma strutturale plastica

Il primo metodo alternativo per la produzione dei pallet in plastica viene impiegato per la realizzazione di prodotti finali caratterizzati da un peso particolarmente ridotto, a parità di caratteristiche strutturali.

Lo stampaggio in schiuma strutturale è una particolare tipologia di stampaggio a iniezione a bassa pressione. Il materiale plastico fuso viene addizionato con un gas inerte, in genere azoto oppure anidride carbonica, che non reagisce con la plastica, rimanendo "imprigionato" al suo interno.

Il risultato finale è una tipologia di bancale dalla struttura "schiumosa", rigido e resistente, ma anche leggero e particolarmente facile da trasportare. Rispetto ad un bancale in plastica di tipo tradizionale, il peso può risultare inferiore anche del 10-30%.

Termoformatura sottovuoto

La termoformatura è un processo tradizionale impiegato per lo stampaggio delle materie plastiche, che rende possibile stampe estremamente precise. Il metodo si basa sulla giustapposizione di fogli di materiale termoplastico con stampi a faccia singola, contro i quali vengono pressati sottovuoto. Forme e disegni ottenibili tramite questo metodo possono essere anche molto complessi e articolati, in più, il prodotto finale può essere ulteriormente rifinito e personalizzato (con l'aggiunta, ad esempio, di stemmi e loghi) utilizzando apposite fresatrici.

La termoformatura sottovuoto permette di produrre pallet "a doppia lamiera" cavi al loro interno. Questa tipologia di bancali ha il vantaggio di essere estremamente leggero. Tuttavia, la presenza dello spazio vuoto all'interno del pallet favorisce l'accumulo di acqua, un fattore che generalmente ne limita l'utilizzo ai soli ambienti interni.

Stampaggio a compressione

Lo stampaggio a compressione si basa sulla collocazione del materiale plastico, anche di recupero, all'interno di appositi stampi riscaldati. Qui, viene applicata una forte pressione alla materia prima, facendo in modo che questa riempa tutti gli spazi dello stampo. Nella fase conclusiva del processo, la temperatura viene ridotta fino a consentire la completa solidificazione del nuovo pallet, continuando ad applicare la pressione.

Questo metodo presenta vari vantaggi, tra cui la notevole economicità, grazie a costi minori di lavorazione, ma anche ai minori sprechi di materiale se confrontato con lo stampaggio ad iniezione.

Inoltre, lo stampaggio a compressione rende possibile l'impiego di plastiche, gomme e resine di recupero per la produzione di nuovi bancali, andando a rappresentare una soluzione conveniente ed ecologica.

Stampaggio rotazionale

Lo stampaggio rotazione prevede l'impiego di polveri oppure di materiali plastici (normalmente LLDPE, ovvero polietilene lineare a bassa densità, oppure PVAXX, polietilene reticolato) in forma di granuli come materia prima. Questa viene inserita all'interno di uno stampo speciale, che all'inizio della lavorazione è sigillato ermeticamente. Lo stampo, quindi, viene riscaldato e fatto ruotare attorno a due assi tra loro perpendicolari.

Questo movimento omogeneo dello stampa garantisce una distribuzione perfetta della plastica fusa su tutta la superficie interna dello stampo. Una volta conclusa la fase di raffreddamento, lo stampo può essere aperte e il nuovo pallet estratto.

Estrusione di profilo

Questo metodo rende possibile la produzione di pallet con caratteristiche strutturali molto simili a quelle dei bancali in legno.

Il processo di stampaggio comprende in questo caso l'impiego di un estrusore, all'interno del quale viene forzato il passaggio della plastica fusa. Il prodotto ottenuto al termine del raffreddamento viene ulteriormente lavorato per ottenere dei veri e propri assi, che infine possono essere assemblati tra loro facendo ricorso, in genere, a saldature mediante calore.

Questo metodo di produzione consente l'impiego di materiali riciclati, oltre a rendere possibile l'aggiunta di altri materiali, come ad esempio di fibra di legno, per migliorare le proprietà strutturali del prodotto finale [qui per approfondimenti sui benefici legati all'impiego di pallet in plastica riciclata].

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